IL PODISMO AMMALATO

I numeri non mentono: -25% in meno di tessere rinnovate, -40/50% dei podisti alle camminate amatoriali, -30% di atleti alle manifestazioni competitive, calo drastico degli sponsor e aumento dei costi di organizzazione. Basti pensare che 2 anni fa un pacco di pasta da 0,5Kg costava 0,39 centesimi oggi ne costa 0,59. Questo sono alcuni dei numeri che stanno caratterizzando questa non ripartenza del movimento sportivo. Non che 2 anni fa andasse molto meglio, i segnali c’erano e ci dicevano che mancava il ricambio generazionale sia da parte di chi partecipa alle corse ma anche da parte di chi organizza. Le Associazioni Sportive sono sempre più “vecchie” e all’interno dei loro Comitati Direttivi non c’è un passaggio di testimone. Questo porterà inevitabilmente molte Associazioni a sparire nell’arco dei prossimi 5 anni (sono ottimista). Il Covid poi è stato il colpo di grazia. I podisti hanno perso l’abitudine di andare a correre la domenica e in tanti hanno cambiato abitudini sostituendo la “tapasciata” con l’allenamento collettivo. Tutt’oggi inoltre rimane la paura per i contagi e tanti over 60 ancora non se la sentono di partecipare ad eventi di aggregazione. Questo ci porta ad un ulteriore problema: la mancanza di volontari. Purtroppo anche i volontari sono calati del 30% ed organizzare una gara in linea è sempre più difficile. Per questo sono tornate in gran voga le gare a circuito. Senza parlare delle documentazioni richieste agli organizzatori da parte dei comuni, a partire dal piano di sicurezza, che mette l’organizzatore nella posizione di doversi assumere tutte le responsabilità. Capite bene che un organizzatore, magari pensionato non avvezzo alla digitalizzazione con quale spirito può affrontare una situazione del genere con tutti i rischi che comporta. Coprire i costi di una manifestazione sportiva con una quota di partecipazione di 2 o 3 euro è sempre più difficile se poi ci si mette che le società sportive boicottano gli organizzatori che chiedono 3 euro allora è come il marito che per fare un dispetto alla moglie si taglia il …… ci siamo capiti. Purtroppo non vedo soluzioni all’orizzonte. In questi anni non è stata migliorata l’offerta, non è stato incentivato il ricambio generazionale e ogni società si è barricata dentro la propria area di confort fatta di pacchi di pasta, the al limone e premi di società. Nel frattempo altre manifestazioni facevano il tutto esaurito portando a camminare migliaia di persone e il “vecchio” podismo anziché cercare di capire ha demonizzato questo nuovo modo di approcciarsi alle camminate perdendo un’occasione per cambiare passo. È un cane che si morde la coda: molte società smetteranno di organizzare la loro camminata, questo porterà ad un impoverimento del calendario podistico e diminuirà ulteriormente i partecipanti delle manifestazioni portando ad un aumento dei costi del pettorale. La mia previsione? Nei prossimi mesi/anni altre società spariranno e spariranno quelle belle camminate domenicali che non erano solo un’occasione per fare attività sportiva ma una bella scusa per ritrovarsi e fare comunità. C’è una soluzione a tutto questo? Malgrado tutto ci sono alcune soluzioni che si possono provare a mettere in campo. Prima di tutto far entrare i giovani all’interno dei comitati direttivi, modernizzare le camminate rendendole più appetibili ad un target 20/30 anni, offrire servizi di qualità, curare i dettagli, coinvolgere le istituzioni locali come scuole o altre associazioni sportive, fare networking con altre Società podistiche, trovare partner commerciali che sposino la causa, inserirsi all’interno di un circuito welfare e stimolare la partecipazione. Solo facendo networking e sostenendoci a vicenda si potrà uscire da questo Cul-de-Sac.